Da semaforo a oggetto di culto
Gli omini del semaforo della ex Germania Est sono dei veri berlinesi: il 13 ottobre 1961 nella capitale della DDR era stato presentato il primo semaforo per pedoni. Lo psicologo del traffico Karl Peglau accettò l’incarico di provare ad arginare il pericolo di incidenti dovuto all’aumento del traffico stradale.
Così nacquero, destinati ad affiancare i semafori per le auto che avevano avuto l’esclusiva sulle strade fino a quel momento, i semafori per i pedoni. La forma degli omini del semaforo fu
ben studiata dal punto di vista psicologico perché gli utenti del traffico hanno una maggiore capacità di reazione se si trovano di fronte a simboli simpatici. Le braccia alzate dell’omino rosso indicano indiscutibilmente: "Fermi là!”, mentre il passo dinamico dell’omino verde segnala che "Adesso si può andare”.
Dopo la riunificazione, accanto a tanti altri oggetti caratterizzanti la vita all’Est, anche gli omini del semaforo erano destinati a scomparire.
Le autorità, i politici e i tecnici del traffico della Germania Ovest parlavano male degli omini dei semafori dell’Est.
Nel 1994 si incominciò a sostituirli con i simboli dei semafori dell’Ovest o internazionali e i burocrati non volevano saperne del fatto che le critiche riguardassero i difetti dei sistemi elettronici antiquati e non i simboli.
Nel 1997 Markus Heckhausen pubblicò insieme al padre degli omini del semaforo Karl Peglau, "Das Buch vom Ampelmännchen”, "Il libro dell’omino del semaforo” in cui attraverso testimonianze esaustive si apprende la storia e l’azione di salvataggio degli omini. Le numerose foto e illustrazioni permettono di vedere esattamente di cosa si parla. Il grande interesse dimostrato per la lampada-semaforo e per il libro costituì per Markus Heckhausen uno stimolo a far vivere ancora gli omini del semaforo.
Con la sua MAKE Design S.r.l. e insieme alla designer Barbara Ponn nel 1999 presentò la sua prima collezione "Ampelmann”.
Molti si innamorarono di oggetti come cavatappi e cavaturaccioli, magneti, portachiavi, magliette e anche caramelle gommose.
In alcune parti dell'ex Germania Ovest oggi si trovano semafori con l'Ampelmännchen dell'Est.
Gli omini del semaforo della ex Germania Est sono dei veri berlinesi: il 13 ottobre 1961 nella capitale della DDR era stato presentato il primo semaforo per pedoni. Lo psicologo del traffico Karl Peglau accettò l’incarico di provare ad arginare il pericolo di incidenti dovuto all’aumento del traffico stradale.
Così nacquero, destinati ad affiancare i semafori per le auto che avevano avuto l’esclusiva sulle strade fino a quel momento, i semafori per i pedoni. La forma degli omini del semaforo fu
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Dopo la riunificazione, accanto a tanti altri oggetti caratterizzanti la vita all’Est, anche gli omini del semaforo erano destinati a scomparire.
Le autorità, i politici e i tecnici del traffico della Germania Ovest parlavano male degli omini dei semafori dell’Est.
Nel 1994 si incominciò a sostituirli con i simboli dei semafori dell’Ovest o internazionali e i burocrati non volevano saperne del fatto che le critiche riguardassero i difetti dei sistemi elettronici antiquati e non i simboli.
Nel 1997 Markus Heckhausen pubblicò insieme al padre degli omini del semaforo Karl Peglau, "Das Buch vom Ampelmännchen”, "Il libro dell’omino del semaforo” in cui attraverso testimonianze esaustive si apprende la storia e l’azione di salvataggio degli omini. Le numerose foto e illustrazioni permettono di vedere esattamente di cosa si parla. Il grande interesse dimostrato per la lampada-semaforo e per il libro costituì per Markus Heckhausen uno stimolo a far vivere ancora gli omini del semaforo.
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