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giovedì 26 gennaio 2012

TEATRO SPERIMENTALE: TRA FELLINI, FREUD E BULGAKOV

                                                                 LA SCELTA


"La Scelta", è uno spettacolo suggestivo e coinvolgente. Ti culla tra le oniriche atmosfere "Felliniane" e quelle grottesche, tipiche del romanzo di Bulgakov : " Il maestro e Margherita". Intenso, divertente e folle. Ti conduce con leggerezza ed ironia nelle dinamiche inconscie, "rubate" direttamente, ai saggi di Freud. Lo spettacolo, è un continuo susseguirsi di emozioni,  forti e contrastanti. Irreale ma vero, divertente ma inquietante, una linea di rottura con l'ordinaria e scontata interpretazione della realtà.
Gli attori sono fantastici, tanto da rapirti l'attenzione per l'intero spettacolo, non un momento di calo dell'attenzione, talenti puri!
Anche i costumi, realizzati dall'artista Marco Ferrara, sono delle vere opere d'arte. Fantasia ed estro, per questi eccellenti artisti, che dimostrano, che il talento in italia, ancora esiste.



LA SCELTA

 di e con: Lucrezia Agosta, Felice Ferrara, Helga Micari

 “C’era una volta un lupo fatto solo di ombra. La bestia lasciava la sua tana solamente nelle notti più buie, poiché sapeva che la luce lo avrebbe ucciso. Una notte il lupo, stanco di sbattere il muso contro l’angusta tana, decise di uccidere la luce…”


Con un tono sospeso tra la favola nera e un surrealismo grottesco, lo spettacolo La scelta, premio Innesti 2010, racconta il fallimento dell’uomo quando questi non ha la forza di contrastare i soprusi di una società coercitiva, che esercita la sua tirannide spesso anche attraverso le figure familiari, quelle che dovrebbero costituire una protezione per l’individuo e che invece possono divenire il primo ostacolo alla sua felicità.
Tale fallimento non si manifesta solo nel dolore, ma anche in una rabbiosa voglia di riscatto che consuma e deforma l’uomo, trasformandolo in una marionetta vuota, attaccata ai fili di desideri e comandamenti che non sono propri, ma di figure estranee da cui non riesce ad emanciparsi.
Lungi dal perdersi in tono patetici e consolatori, lo spettacolo usa costantemente l’arma della comicità per svelare gli aspetti più crudeli e meschini di una realtà che non eleva le sue vittime al livello di martiri ed eroine, ma li riduce a macchiette ridicole esposte al pubblico ludibrio. 


Dopo il debutto a Milano, lo spettacolo, forte del successo di pubblico e di critica conseguito anche grazie ad un apparato visivo molto curato, capace di un forte potere suggestivo, è stato accolto anche a Roma al Teatro Furio Camillo.
Lo spettacolo ha vinto nel 2010 il Premio Innesti dedicato al teatro sperimentale condotto da giovani autori. La giuria ha apprezzato in particolare la “capacità della compagnia di trattare temi importanti e complessi attraverso una ironia costante e tuttavia mai irrispettosa, mantenendosi sempre coerente nella scelta del registro assurdo e grottesco”. E’ stato inoltre sottolineato il valore del testo originale “vivace, divertente e, al contempo, ricco di spunti di riflessione”.

 
                                                                                                                     Elisabetta
                                                                                                   

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