I Berberi sono una delle popolazioni del Nordafrica e lo sono da molti secoli prima della esistenza della civiltà Romana.
La parola “Berberi” proviene da “barbari“ ed è stata coniata dai popoli invasori.
Il nome con cui essi stessi preferiscono chiamarsi è quello di Imazighen (al singolare: Amazigh), che vuol dire “uomini liberi“.
Il burnus, un ampio mantello di lana con cappuccio, è l'abbigliamento caratteristico maschile dei berberi del Nordafrica mentre l'abbigliamento dei Tuareg, gli “uomini blu” del Sahara è caratterizzato da un velo (tagelmust) che copre la bocca e gran parte del volto, lasciando liberi solo gli occhi.
Caratteristica del burnus, oltre al cappuccio , che può essere anche molto grande e a volte terminare con un pompon è la corta cucitura che lo chiude sulla parte alta del davanti, il che permette di indossarlo infilandolo sopra la testa, senza necessità di fibbie o spille per fissarlo.
La Tagelmust è una lunga striscia in cotone – tra i 3 e gli 8 metri – che i Tuaregh portano avvolta sul capo e attorno al viso.
Questa specie di turbante funge da riparo contro i raggi violenti del sole del deserto e le correnti di sabbia trasportante dal vento, ma è anche un importante simbolo di protezione spirituale: i Tuaregh credono infatti che la Tagelmust debba coprire la bocca per evitare che gli spiriti maligni che abitano il deserto possano utilizzarla come via d'accesso all'anima umana; per questo motivo anche durante i pasti è proibito scoprire la bocca.
Tra i berberi si incontrano tipi ariani biondi con occhi blu o verdi, tipi asiatici dalla pelle gialla e gli occhi a mandorla, tipi semiti di pelle color rame.
Come non parlare allora del bellissimo modello Hamad Jalal Abualrub.
Nato in America da padre marocchino e madre libanese è al top della sua carriera come modello. Il ranking Model Top 50 lo vede 2° a livello mondiale.
Il giovane arabo sulle passerelle si muove come un elegante felino, è entrato dalla porta principale nel circuito fashion mondiale, scavalcando una concorrenza aguerritissima e sterminata .Oggi il suo cachet si aggira tra i 250 e 500 euro all’ora, niente male per un giovane 23enne.
La parola “Berberi” proviene da “barbari“ ed è stata coniata dai popoli invasori.
Il nome con cui essi stessi preferiscono chiamarsi è quello di Imazighen (al singolare: Amazigh), che vuol dire “uomini liberi“.
Il burnus, un ampio mantello di lana con cappuccio, è l'abbigliamento caratteristico maschile dei berberi del Nordafrica mentre l'abbigliamento dei Tuareg, gli “uomini blu” del Sahara è caratterizzato da un velo (tagelmust) che copre la bocca e gran parte del volto, lasciando liberi solo gli occhi.
Caratteristica del burnus, oltre al cappuccio , che può essere anche molto grande e a volte terminare con un pompon è la corta cucitura che lo chiude sulla parte alta del davanti, il che permette di indossarlo infilandolo sopra la testa, senza necessità di fibbie o spille per fissarlo.
La Tagelmust è una lunga striscia in cotone – tra i 3 e gli 8 metri – che i Tuaregh portano avvolta sul capo e attorno al viso.
Questa specie di turbante funge da riparo contro i raggi violenti del sole del deserto e le correnti di sabbia trasportante dal vento, ma è anche un importante simbolo di protezione spirituale: i Tuaregh credono infatti che la Tagelmust debba coprire la bocca per evitare che gli spiriti maligni che abitano il deserto possano utilizzarla come via d'accesso all'anima umana; per questo motivo anche durante i pasti è proibito scoprire la bocca.
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PATRIZIA
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