"POETI DER TRULLO è un gruppo di ragazzi, del quartiere Trullo - Montecucco. POETI DER TRULLO è un movimento, parte dalla periferia romana e si diffonde verso l'esterno. POETI DER TRULLO è una mentalità artistica, con una forte componente urbana. Siamo ragazzi che aspirano a essere poeti."
La domanda nasce spontanea che cosa è per voi la poesia? Si aspira a diventare poeti o tutti nel piccolo possiamo esserlo?
'A Gatta Morta: Entrambe le cose. Tutti possiamo essere poeti: la poesia è sensibilità, è capacità di cogliere un particolare, di vivere profondamente uno stato d'animo, di analizzare sotto nuovi punti di vista una situazione. Conosco tantissime persone che sono poeti, ma non sanno di esserlo. Sanno guardarsi intorno, ma soprattutto sanno guardare dentro di loro, pensano, sentono, interiorizzano, elaborano. Poi c'è anche una parte tecnica e per quello ci vuole esercizio. Per tecnica non intendo solo la metrica, ma anche la capacità di far funzionare le strofe, in poche parole la capacità di comunicare. Ed è questa la strada che noi poeti stiamo percorrendo.
Inumi Laconico: Tutti possono esserlo, e molti lo sono. Poeti nei gesti, nei pensieri, nelle associazioni mentali. Noi ci siamo autoproclamati poeti senza avere un riconoscimento ufficiale, solo perché ci piace catturare storie e immagini in versi, e siamo convinti che la poesia sia ovunque: in un racconto, intorno ad un palazzo di periferia, nella voce di una madre che urla ai figli che giocano a pallone da una finestra di borgata “è pronta la cena”.
Er Pinto: La poesia è denuncia, è un modo per liberare i propri pensieri in maniera diversa, trasmettere un messaggio senza alzare la voce. Tutti sono poeti nel loro piccolo ma pochi provano ad aspirare ad esserlo.
Er Bestia: Pochi ci provano, è vero. Però devo di' che molti lo sono senza saperlo, come dice la Gatta. Penso ai coatti che come me se sentono musica da romanticoni, hanno sempre parole dolci pe' le pischelle, so duri e tosti ma co' un core come 'na capanna, eccoli i moderni poeti.
Voglio utilizzare parti di una vostra poesia per proseguire questa intervista
Benvenuti nel paese delle Verità
Affossate dai silenzi di chi sa e non parlerà
C'è er politico, er mafioso, er servo col padrone
C'è un popolo che accetta il suo ruolo da accattone
È una bella fotografia dell’italia di sempre, c’è anche un'altra parte però che sta fuori e riesce a guardare tutto questo… Da quale parte siete voi? Cosa fate per essere dall’altra parte?
Er Pinto: Stare dall' altra parte significa votare ad un referendum (se vogliamo fare un esempio attuale). Riuscire a farsi un'opinione, e non accontentarsi di quello che dicono in tv.
Inumi Laconico: Noi siamo dalla parte di chi è sveglio e vigile, di chi non vuole farsi abbindolare da tante chiacchiere. All'inizio volevamo completamente tenerci fuori da questioni politiche, non ne avremmo neanche parlato nei nostri lavori. Poi abbiamo creduto di esprimere la nostra opinione anche su fatti di attualità, ma senza mai prendere una posizione netta. La nostra poesia non ha colori politici, vogliamo solo invitare ragazzi come noi alla riflessione, alla comprensione. Serve partecipazione nel paese, e quello che possiamo fare noi è semplicemente suggerire di aprire gli occhi, per poi costruirsi un punto di vista. Spesso siamo critici, con tutta la classe politica, ma siamo convinti che le nuove generazioni siano lucide e sapranno svincolarsi dal fango in cui sono state cresciute.
'A Gatta Morta: Noi siamo dalla parte di chi osserva e cerca di fare qualcosa per svegliare gli altri. Crediamo che le persone che ne stanno fuori sono più di quelle che pensiamo. Solo che non sanno come dirlo. Quello è il salto: non stare solo a guardare, ma esprimere la propria posizione. Noi lo facciamo con la poesia popolare, perché le nostre testimonianze e i nostri messaggi possano arrivare a tutti.
Benvenuti nel paese delle Parità
Così pari che so' nulle tutte le diversità
Se uno studia troppo noi je dimo “'A cojone!”
Se a letto va co' 'n omo je gridamo “Sei un ricchione!”
Che rapporto avete con le diversità?
Vi sentite diversi dai ragazzi che sembrano inebediti dal numero 5, inteso come canale... dove ‘amici’ e grande fratello rappresentano l’ancora di salvezza per l’approdo al futuro?
MD: Abbiamo un altro background culturale e un altro modo di vedere la realtà, ma le nostre poesie sono anche per loro.
Er Pinto:
“Mbè che c’ è de male
Se accenno sur canale
E spizzo quello bello
Che sta ar Grande Fratello?
De male nun fai gnente
Ma se sei intelligente
A chi parla butta 'n occhio
Senti er grillo, no Pinocchio!”
MD: A me sinceramente non piace la parola "diversità" perché crea immediatamente il suo opposto, la normalità, parola che mi piace ancora meno. Diversità dovrebbe essere la norma, diversità è quando una persona vive come vorrebbe. Il mio mondo ideale è fatto di così tante diversità che questa parola non esisterebbe più. Gli eventi di cronaca italiana riguardo a extracomunitari, gay e donne ci preoccupano molto: stiamo tornando indietro in un modo molto pericoloso. Noi siamo dalla loro parte non perché li consideriamo fasce più deboli o persone diverse, noi siamo dalla loro parte perché per noi non sono diversi e non riusciamo a comprendere tanto odio immotivato che si aggrappa a ideologie inconsistenti, fatte di cartapesta.
Storie, rime, romanzi, parole. È bello come riuscite con semplici espressioni a tirare fuori crude verità, in che modo intendete realizzare il vostro progetto di fuggire, salvarvi, approdare nel futuro, a testa alta, con alle spalle una provenienza misera?
Er Bestia: Quello che vogliamo fare non è solo scrive poesie sulle nostre storie, personali. Ma anche raccontare la vita de' quartiere. Er Trullo è il posto in cui viviamo ma è anche un pretesto, quello che succedeva e succede qui se ripete in ogni altra zona de' periferia de' Roma, ne ho sentite tante de storiacce, e quello che voglio fa' quanno scrivo è fissare certe scene, certi momenti, perché nessuno li dimentichi. Rapine, spaccio, botte, sparatorie, regolamenti de' conti fanno pensare a una provenienza misera, ma noi vogliamo riscattare questi personaggi e con la poesia dare importanza a questa massa di storie, in modo realistico. E per fuggire, per salvarci, pe' approda' nel futuro vogliamo farci conoscere, pubblicare i nostri lavori, e parla' de un semplice quartiere come fosse un mondo in cui ritrovare tutte le questioni fondamentali, l'odio, la rabbia, la poesia, l'amore.
'A Gatta Morta: Noi non fuggiamo da una provenienza misera, noi fuggiamo dalle gabbie sociali, dalla morte dell'anima che dilaga tra i giovani, fuggiamo dal tempo che corre troppo veloce e ci vuole macchine efficienti, noi fuggiamo dall'indifferenza e finché saranno questi i motivi della nostra fuga, potremmo farlo a testa alta e ci staremo già salvando.
Er Pinto: Penso che nella società di oggi non sia la provenienza a stabilire se sei una persona valida o meno, non esistono più le borgate degli anni settanta simili al bronx americano, tutti hanno la possibilità di studiare, lavorare e approdare al futuro. Dipende solo da scelte, volontà e ambizione. Credo che se ognuno riuscisse a fare della propria passione un lavoro sarebbe veramente la svolta!
Siete gente che la strada l’ha vissuta, e spesso chi guarda il mondo da quella posizione ha sofferto e vissuto realtà non sempre comode… il Trullo come altri quartieri della periferia di Roma è una zona dove spesso il più “forte” è quello che va avanti… cosa cambiereste voi nel vostro quartiere?
Er Pinto: A parte la mentalità da "Romanzo Criminale" che hanno molti, nemmeno troppe cose. Cambiando troppe cose non sarebbe più il Trullo. La romanità, l'essere diretti, "coatti" a volte, fa parte di quella Roma che 50 anni fà era la Trastevere raccontata negli stornelli.
Inumi Laconico: Il Trullo è stato un quartieraccio, spesso le ombre del passato lo attraversano anche oggi. In certi luoghi ci sono caratteristiche precise che fanno fatica a scomparire. Non credo cambieremmo nulla dal giorno alla notte, ma di certo un processo di miglioramento già è in atto: da quando è nato il nostro gruppo non solo decine di ragazzi hanno cominciato a seguirci con interesse per un ambito, quello poetico, che spesso si macchia di noia scolastica e anacronistica, ma hanno cominciato anche a inviarci le loro poesie, i loro pensieri, le loro storie e riflessioni. È stata una gioia, e non parlo solo di ragazzi del quartiere, ma anche di altre zone di Roma, o di altre regioni, addirittura della Sicilia. Alcuni di noi hanno avuto un passato difficile, o hanno genitori, fratelli, amici dal passato “cattivo”, e solo il fatto di poter conservare con racconti e sonetti il freddo della notte che hanno trascorso è già un cambiamento, un approdo al futuro, appunto. È arrivato il momento in cui la forza non si misura più come un tempo, in cui da queste parti soldi armi e cattive compagnie erano la chiave del successo e dell'affermazione, ora la forza sono le parole, giovani, fresche, incazzate, decise. Il nostro gruppo è nato prima per l'esigenza di esprimere certi contenuti che per il desiderio di “fare poesia”, la tecnica, lo stile, la ricerca è venuta dopo e migliorerà col tempo.
I soprannomi tipici del gergo romanesco indicano spesso la personalità di chi li porta…
Possiamo identificarne alcune caratteristiche? Come nascono questi soprannomi?
Er Pinto: Ho iniziato a scrivere per sbaglio, fino a qualche anno fa non scrivevo. Poi sono entrato in contatto con i Poeti der Trullo, ho provato a scrivere qualcosa in rima e dopo il mio primo pezzo "Er Futbol" che ha riscosso un successone, è diventata una passione, un vizio, come le sigarette. Così dovevo scegliermi un nome e diciamo che ho riadattato un soprannome che mi avevano dato alcuni amici, e da quel momento in poi... Er Pinto.
Er Bestia: So' sempre stato un po' rozzo, bestiale a volte, e l'amici mia m'hanno sempre chiamato così. Poi grazie a 'na pischella e alla nostra storia ho scoperto la passione pe' le rime. Sentivo er bisogno de scrive pe' lei, e il contrasto tra la bestialità che avevo in corpo e il romanticismo che me usciva fuori faceva un po' ride ma piaceva, sia a lei che agli amici, così m'è rimasto quest'appellativo 'n po' coatto.
'A Gatta Morta: I nomi dicono da dove veniamo, suggeriscono qualcosa sul nostro passato, ma non dicono davvero chi siamo. La chiave per capire la nostra identità si trova nelle nostre poesie: in ogni strofa, una sfumatura di noi.
Inumi Laconico: Come dice la Gatta, ci esprimiamo attraverso i nostri lavori. Ho voluto che il mio pseudonimo mi ricordasse sempre di agire di più e parlare di meno, una dichiarazione d'intenti, quando per agire intendo scrivere, creare, realizzare. E sembra che questo strano nome mi abbia aiutato molto. Per gli altri due Poeti, Marta der III lotto e Er Farco, che non hanno potuto partecipare all'intervista, saranno loro stessi con le loro poesie a spiegare le loro personalità e le loro caratteristiche. Venite a trovarci sulla nostra pagina facebook, mentre aspettiamo che il nostro sito, su cui sta lavorando il nostro grafico Er Macchia, sia pronto. Enjoy the Poetry!
Ce so' vorte che te 'ntoppi e non riesci a anna' avanti
So' momenti in cui se blocca la parola dentr'a bocca
Non guarda' chi te sta dietro, è 'r turno tuo e mo te tocca
I cambiamenti ce lo sai, so' potenti come i venti
Te nasconnono er più bello, ma se arivano li senti
Datte tempo, guarda in alto e in silenzio strigni i denti
Che 'sta vita, scoprirai, nun te offre solo stenti.
Vi seguo e vi sostengo, ragazzi. Bravi!!! Un inchino... enjoy the poetry!
RispondiEliminaElisabetta
Mi accodo a Elisabetta! Ragazzi, siete fantastici, leggo sempre con piacere tutto quello che scrivete e continuerò a farlo! Continuate così!
RispondiEliminaEmanuela
Ecco il cuore pulsante della Poesia:denuncia ,amore, romanticismo, rabbia, racconto di vita, sogni, ordinaria follia...in voi questo vedo! E vi adoro!
RispondiEliminaCristina
la strada in questo caso e il trullo e il luogo privilegiato dove puoi liberamente camminare con un cuore pieno di sogni e dire mille volte grazie a quella magica luna che ti regala speranza che inganna il onotuo dolore sei solo senza disperazione solo perche hai imparato a trasferire l'universo nella tua anima e ti senti il suo padrone che importa se in silenzio o quasi hai regalato un oceano di versi in fondo forse qualcuno lassù ti sta preparando il trono . firm.il poeta della strada saluti
RispondiEliminaHo letto qualcosa delle vostre poesie;raccontano un vissuto,l'esperienze passate e guardano più avanti e più in alto.Pure io sò der trullo e ve dico che...
RispondiElimina...semo gente de borgata ma la vita nun è tutta 'na grata!
Avanti così pdt.Siete troppo forti.
Marco
chenlina20150629
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