Maison Martin Margiela rimane fedele al suo dictat alternativo. Abiti scultura, ma paradossalmente bidimensionali. Non sono volumi, ma divertenti fogli di tessuto applicati, come i vestiti per le sagome di carta che si fanno (o facevano…vista la società odierna) da bambini. Con dettagli come chiusure lampo, drappeggio o cinture, il foglio prende vita e questo magari ci fa riflettere su come moda e costume siano ancorati a certi archetipi formali che difficilmente si riescono a stravolgere e che quindi è inevitabile la ciclicità della moda, eccezion fatta per il gruppo degli outsiders di cui Margiela fa sicuramente parte
Collezioni surreali, dunque, perfette rappresentazioni di arte onirica con sembianze reali, ma senza nesso logico perché, come vedete, sono abiti molto particolari che non si possono indossare abitualmente.
Insomma il messaggio è “stupire” e lo si deve fare in maniera plateale, quasi azzardata.
Insomma il messaggio è “stupire” e lo si deve fare in maniera plateale, quasi azzardata.
Patrizia
sono combattuta, mi piacciono ma non mi convincono fino in fondo..sicuramente molto particolari! il minidress "sbrilluccicoso" è il mio preferito!
RispondiEliminaun bacione e buon fine settimana!!
http://fashion-whatelse.blogspot.com/